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Tout se tient: l'interconnessione ai tempi del Covid-19

Aggiornamento: 6 giu 2020

di Giovanna Benatti

"Sono una pietra, ho visto vivere e morire, ho provato felicità, pene ed affanni: vivo la vita della roccia. Sono parte della Madre Terra, sento il suo cuore battere sul mio, sento il suo dolore, la sua felicità: vivo la vita della roccia. Sono una parte del Grande Mistero, ho sentito il suo lutto, ho sentito la sua saggezza, ho visto le sue creature che mi sono sorelle: gli animali, gli uccelli, le acque e i venti sussuranti, gli alberi e tutto quanto è in terra e ogni cosa nell’universo” (Preghiera Hopi).

E alla fine di questa corsa all’impazzata, che neanche il paesaggio si riusciva a vedere più, che ogni persona diventava uguale all’altra e starsi ad ascoltare nelle proprie storie di vita un’attitudine atrofizzata..E alla fine del non ho tempo, vado di corsa, ho tremila cose da fare, e di tutte le giornate che tritavano carne e sentimenti..e alla fine della corsa ci ha sorpreso il vuoto. La paralisi, la paura, l’isolamento. La Grande Prova. Restare in ascolto di noi stessi connessi ad un mondo di reti vive che siamo e che ci appartiene.

L’amore ai tempi del Covid ci offre una grande opportunità di cambiare il nostro stile di vivere e la nostra visione del mondo, un mondo non più da abitare, ma un mondo da essere.

Questo momento può essere vissuto come una grande catastrofe o una grande rinascita, dipenderà da noi. Se saremo così tanti da costituire la famosa “massa critica”, allora il paradigma virerà da anti-vita, come è stato negli ultimi 2000 anni, a pro-vita, come siamo progettati che sia.

Questo collasso del mondo occidentale è stato minuziosamente preparato con ingredienti micidiali: dissociazione, discriminazione, sfruttamento, individualismo, pensiero piramidale, alienazione degli esseri umani rispetto alla loro vocazione autentica: essere parte di un tutto.

Se andiamo a ritroso prima di questi ultimi 2000 famosi anni, troviamo culture in tutto il pianeta fortemente Biocentriche, fortemente orientate a livello culturale per proteggere la vita e farla prosperare. Ed è alle culture ancestrali che guarda l’Ecologia profonda, uno dei movimenti ai quali probabilmente dovremo la nostra salvezza.

“L’ecologia profonda – scrive #Mario Spinetti (www.ariannaeditrice.it) ricondiziona lo stile della vita umana, pone quesiti su ogni atteggiamento del quotidiano e tenta di radicare nel pensiero una nuova etica universale ed onnicomprensiva. In altri termini un ecologo profondo avrà un atteggiamento positivo in qualsiasi settore dei rapporti sociali e “naturali” perché universalizza un principio che sin dall’origine è impostato su una visione monistica, radicale e paritetica. Scrive Capra (1997): “Il potere del pensiero astratto ci ha condotto a considerare l’ambiente naturale - la trama della vita - come se consistesse di parti separate, che diversi gruppi di interesse possono sfruttare. Inoltre, abbiamo esteso questa visione frammentata alla società umana, dividendola in differenti nazioni, razze, gruppi politici e religiosi. Il fatto di credere che tutte queste parti - in noi stessi, nel nostro ambiente e nella nostra società - siano realmente separate ci ha alienato dalla Natura e dai nostri simili, e ci ha quindi sviliti. Per riconquistare la nostra piena natura umana, dobbiamo riconquistare l’esperienza della connessione con l’intera trama della vita. Questo riconnettersi, religio in latino, è la vera essenza del fondamento spirituale dell’ecologia profonda”.

L’ecologia profonda non separa gli esseri umani - né ogni altra cosa - dall’ambiente naturale. Essa non vede il mondo come una serie di oggetti separati, ma come una rete di fenomeni che sono fondamentalmente interconnessi e interdipendenti. L’ecologia profonda riconosce il valore intrinseco di tutti gli esseri viventi e considera gli esseri umani semplicemente come un filo particolare nella trama della vita”.

Ed è interessante anche questa riflessione che #Grazia Francescato (Wwf) offre a #Sabina Pignataro (www.vita.it) sulla relazione tra ecologia e virus:

“In questi giorni stiamo concretamente sperimentando che siamo tutti interdipendenti e interconnessi: in Italia stiamo vivendo oggi quello che la Cina ha vissuto un mese fa, mentre gli altri stati europei, la Spagna ad esempio, stanno sperimentando quello che noi abbiamo già vissuto poche settimane prima. La parola chiave è proprio “interconnessione”. La sfida è quella di fare i conti con la complessità nella sua globalità e non di affrontare i problemi separatamente. Trovo poco sensato che oggi si metta tra parentesi l’emergenza climatica e ci si concentri esclusivamente sul coronavirus. Il primo comandamento dell’ecologia dice “Tout Se Tient”. Ovvero, ogni cosa è collegata a tutte le altre. Ogni popolo è connesso a tutti gli altri. Cambiamento climatico ed epidemie non conoscono confini.

Nel suo programma di Educazione Biocentrica, Rolando Toro ha parlato di “Educazione selvaggia” come pedagogia necessaria ed ha stilato un programma sociale di cui ogni facilitatore di Biodanza è l’ambasciatore in carne ed ossa. E’ urgente RIPORTARE LA VITA AL CENTRO.

Le azioni individuali e collettive che riporteranno la vita al centro sono:

-ritorno alla natura come identità personale, vivencia di unità e di interdipendenza

-spostamento dal paradigma verticale e piramidale al paradigma orizzontale e circolare

-spostamento dal paradigma dell’individualismo al paradigma della cooperazione e della solidarietà

-spostamento dal paradigma agonistico (legato allo sforzo e alla competizione) al paradigma edonistico (legato all’eros e al piacere..in effetti le società più pacifiche sul pianeta sembrano essere rimaste solo le scimmie Bonobo)

-L’affettività e l’empatia non sono valori “buonisti” ma il vero e proprio perno del cambio di paradigma.

Tutto sembra indicarci che il cambiamento è maturo..ognuno di noi ha tra le mani non solo la propria vita, ma anche quella dell’intera specie.

Non siamo pallide comparse, non siamo monadi isolate nel grande caos cosmico. Siamo la VITA. Noi siamo molto molto importanti in questo momento, possiamo fare molto e siamo qui per farlo, anche una piccola azione quotidiana produrrà un grande cambiamento perché..tout se tient..Tutti siamo UNO

Tutti Siamo Uno

di Rolando Toro

La Forza che ci conduce

è la stessa che incendia il sole,

che anima le maree

che fa fiorire i ciliegi.

La forza che ci muove

è la stessa che fa vibrare il seme

e il suo messaggio di vita immemore.

La danza genera il destino

seguendo le medesime leggi

del fiore sospinto dalla brezza.

Nel girasole dell`Armonia

tutti siamo Uno.

Prof. Rolando Toro Araneda

(Ideatore del Sistema Biodanza®)

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