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LE TESTIMONIANZE DI ALLIEVI, FACILITATORI E TUTOR DELLA SCUOLA

COSA HA PORTATO BIODANZA NELLA MIA VITA?

RESILIENZA

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​La resilienza è una risorsa e una qualità che tutti dovremmo sviluppare nella nostra vita, dovrebbe essere insegnata a scuola insieme all’empatia. E’ stata proprio la biodanza che mi ha aiutato e allenato a passare dalla resistenza agli eventi della vita alla flessibilità dentro gli eventi della stessa.
Il percorso della biodanza per me è stato ed è un percorso resiliente perché lavora sull’identità del partecipante, sulla sua autostima, aumentando la sua fiducia nella vita.
E’ una riabilitazione esistenziale e mette in luce le inaspettate risorse che abbiamo, anche dopo eventi traumatici, ferite, offese, ecc; così il processo resiliente è evolutivo, ci fa rinascere dalle nostre stesse ceneri, riconnettendoci alla nostra forza interiore, ritrovando coraggio e gioia di vivere.
Essere resilienti significa resistere agli urti senza romperci, e naturalmente avviene dentro un percorso di consapevolezza interiore. “Il mondo spezza tutti quanti e poi molti sono forti nei loro punti spezzati”, così disse Ernest Hemingway. Ho imparato che dobbiamo essere così saggi da capire che, quando non possiamo cambiare le circostanze, dobbiamo cambiare noi stessi.
Biodanza , soprattutto attraverso il movimento della fluidità, della flessibilità e della leggerezza ci invita ogni volta a vivere la resilienza, a riconoscere che abbiamo in mano lo scettro della nostra vita, che il nostro potere personale, le nostre risorse, le nostre potenzialità sono gli strumenti  di cui disponiamo per trasformare le avversità e gli ostacoli in opportunità e soluzioni, grazie a un allenamento vivenciale che ci permette di attraversare il nostro sentire e rivivere continue rinascite e trasformazioni.
Come disse il filosofo Giordano Bruno al suo discepolo, nel suo ultimo discorso di addio prima di essere bruciato vivo sul rogo, “…L’uomo non è cattivo, Sagredo, è solo infelice…è la sua piccola mente la causa della sua infelicità…Verrà un giorno, Sagredo, che l’uomo si risveglierà dall’oblio e finalmente comprenderà chi è veramente e a chi ha ceduto le redini della sua esistenza, a una mente fallace, menzognera, che lo rende e lo tiene schiavo… Guarda dentro di te, Sagredo, ascolta la tua voce interiore e ricorda che l’unico vero Maestro è l’Essere che sussurra al tuo interno. Ascoltala: è la Verità ed è dentro di te. Sei divino, non lo dimenticare mai”.
Nel sentire che abbiamo dentro di noi, la resilienza diventa per me l’arte di riuscire, nonostante le apparenti fragilità, a dire sempre sì alla vita, accettando quello che non possiamo modificare e cercando di migliorare quello che si può cambiare, e spesso quel qualcosa siamo noi.

Antonella - facilitatrice

Da qualche tempo, in questo pandemico tempo dove il tempo è a volte senza tempo, il mercoledì sera dalle 20.20 alle 21.30 circa, il tempo resuscita, diventa pensante ed emozionante, diventa corpo e volti e suoni e movimento nelle case illuminate con discrezione, dove noi, animali biodanzanti, troviamo, per un poco, la nostra vera misura e la pace interiore.

 

E’ una dimensione eccentrica: noi tutti che pratichiamo questa disciplina, sappiamo quanto intimamente sia fatta di contatto, carezze, abbracci, ronde coi capi appoggiati l’uno sulla spalla del vicino, ampliamento dei propri sensi all’interno di musiche fatte per saltare la dimensione del quotidiano e trovarsi in un altrove migliore.

 

Farlo attraverso le parole di Gianna, attraverso uno schermo, con tutte le nostre belle facce un poco protese verso le sue parole e la musica, poi alzarsi per danzare,  poi sedersi di nuovo e ascoltare, è una sorta di sublimazione di tutto ciò, ma è un meraviglioso aiuto, è comunque un ritrovarsi in nome della forza interiore, dell’equilibrio necessario per affrontare questa infinita emergenza, è una cura vera, non virtuale, da cui tutti alla fine emergiamo con un’altra luce negli occhi, si vede anche se siamo lontani gli uni dagli altri, abbiamo finito di danzare o di ascoltare noi stessi ad occhi chiusi mentre la musica ci insegna a vivere, e il nostro arrivederci ancora per un poco in questa forma solo visiva, è sempre un arrivederci fiducioso ad un incontro meraviglioso in mezzo ad un prato, con le nostre belle facce sorridenti, di nuovo danzando insieme, nel nome della vita ritrovata.

 

Grazie Gianna, dal profondo del mio cuore, per la tua fatica e la tua ferrea volontà di tenerci comunque uniti, in attesa di ritrovarci finalmente gli uni di fronte agli altri. Presto. 

 

Tua Betti

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