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La riscoperta della connessione profonda tra i viventi (parte seconda)

Aggiornamento: 6 giu 2020


…riprendendo il filo e il pensiero di Fritjof Capra…

Il ribaltamento del paradigma antropocentrico è avvenuto durante tutta la metà del secolo scorso e in ambiti conoscitivi diversi.

Partendo da uno di questi ambiti, mi riferirò ai biologi organicisti e alla nascita di un pensiero sistemico che concepisce il mondo organico in termini non più di meccanismo ma di una rete di relazioni. In altri termini, le proprietà essenziali di un sistema vivente sono le proprietà del tutto che nessuna delle parti possiede: le parti “… nascono dalle relazioni e interazioni fra…” esse. ( p. 40 )

Questo nuovo modo di vedere rappresentò una rivoluzione rispetto al metodo analitico

( fondato da Cartesio nel XVII sec. ) al quale tutta la scienza aveva fatto riferimento fino a quel momento. Per Cartesio lo studio della Natura e delle sue componenti avviene attraverso la scomposizione delle sue parti, procedendo via via verso quelle sempre più piccole.

This is the analitic method!


Ma la scienza del XX secolo comincia a comprendere che con il metodo analitico non è più possibile comprendere l’essenza SISTEMICA della vita.

Anche la fisica quantistica cominciò ad approcciarsi al mondo vivente con un altro atteggiamento. Negli anni venti essa affermò che “…a livello subatomico gli oggetti materiali solidi della fisica classica si dissolvono in SCHEMI ONDULATORI DI PROBABILITÁ. Questi schemi (…) non rappresentano probabilità di cose, ma piuttosto probabilità di interconnessioni…(…); le particelle subatomiche non sono “cose”, ma interconnessioni fra altre cose, e queste, a loro volta sono interconnessioni tra cose e così via. “ ( p. 41 )

La Natura e il vivente quindi, ci appaiono come una trama complessa di relazioni.

Werner Heisemberg, uno dei fondatori della fisica quantistica, afferma che “… il mondo appare come un complicato tessuto di eventi, in cui rapporti di diversi tipi si alternano, si sovrappongono o si combinano, determinando in tal modo la struttura del tutto.” ( p.41 )

Questi nuovo modi di vedere-considerare il vivente furono la spinta perchè dalla Biologia germogliasse l’ecologia il cui autore, il biologo Ernst Haeckel ( 1866 ), scelse proprio questa parola che significa STUDIO DELLA CASA/DIMORA TERRA ( la radice eco deriva da oikos= casa in greco ), concependo questa disciplina come “…la scienza delle relazioni tra l’organismo e il modo circostante.” ( p.44 )

Da essa si svilupparono discipline o concetti il cui nome per tutti noi ormai è noto: Ecosistema, Biosfera, catena alimentare, cicli alimentari…

Sempre più comprendiamo come la trama della vita, dalla più infinitesimale particella, al cosmo, sia composta di RETI all’interno di RETI. Ad ogni osservazione ravvicinata ogni nodo di queste reti, ci mostra altre reti…e soprattutto che in Natura non esiste un SOPRA e UN SOTTO, non esistono gerarchie come nel mondo umano che ha preteso e pretende di controllare il vivente in tutte le sue forme. In Natura tutto ha la sua funzione e il suo legame con le altre forme di vita.

Nessun organismo, nessuna vita è scollegata dalle altre, anzi necessita profondamente di queste per continuare a vivere.

Stefano Mancuso ha descritto in modo affascinante la simbiosi che si crea, ad esempio, tra certi tipi di piante ed alcuni tipi di insetti. La pianta del lupino, per esempio, ha escogitato una strategia straordinaria per garantirsi la collaborazione delle api. I petali dei fiori che sono già stati visitati ( e sono quindi rimasti privi di polline e nettare ), si tingono di blu, segnalando alle api di dirigersi verso le piante che devono essere ancora impollinate.

Oppure il caso particolare dell’Arum titanum, la pianta che produce la più grande infiorescenza del mondo. Essa ha privilegiato come suo impollinatore la mosca carnaia per attirare la quale essa riproduce alla perfezione l’odore di un cadavere in putrefazione!

Tuttavia, per andare al mondo animale, se tutto è connesso allora come si spiega , per esempio, il fenomeno dei lupi solitari?.

Quando raggiungono la “maggiore età” questi esemplari attraversano chilometri e chilometri per fondare un nuovo clan. Se nonostante i loro sforzi, altri esemplari non sopraggiungono, essi continuano come solitari la loro esistenza. A che scopo?

Secondo gli esperti “…ciò evita l’incrocio tra consanguinei e mitiga le difficoltà derivate dalle disponibilità alimentari e spaziali.” Ergo anche i solitari sono all’interno di una rete, di un “progetto naturale”.

In questi mesi ci siamo quantomai resi partecipi della profonda interconnessione che ci lega. Un virus che ormai conosciamo bene, è passato dal pipistrello alla specie umana mettendola in grave pericolo. Secondo gli esperti, tuttavia, la deforestazione indiscriminata, la scomparsa progressiva della biodiversità creano il terreno favorevole allo sviluppo di pandemie simili a quelle che stiamo vivendo e ora non si tratta di combattere una GUERRA contro un microrganismo ( il cui impulso evoluzionistico gli ordina soltanto di riprodursi all’infinito ), quanto di assumere una consapevolezza nuova: essere abitanti del pianeta Terra non significa esserne padroni, ma ospiti.

É tempo di andare oltre le gerarchie…


Sandra Moldi



F. Capra - La rete della vita ( 1997 )

S. Mancuso A.Viola - Verde brillante ( 2017 )



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