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Dall'ecologia profonda all'amore

Aggiornamento: 6 giu 2020

Io sono io, vivo e in quanto essere vivente posso vivere solo in relazione con gli altri e in relazione con il tutto: l’aria, il cibo, l’acqua, gli alberi, gli animali, gli altri esseri umani.

Non posso sopravvivere senza aria, senza acqua, senza cibo, senza relazioni.

Il neonato non può sopravvivere senza la madre che lo nutre, lo accudisce, lo ama.

In questa ottica di relazione intrinseca tra l’essere vivente, gli altri e la natura, quello che faccio a qualsiasi elemento che mi circonda sia essere vivente, sia acqua, aria, albero, animale, lo faccio a me stesso.

Le varie filosofie e religioni hanno espresso questo concetto, considerato fondamentale, in modi diversi, per esempio:

  • La tradizione Cristiana recita: non fare agli altri ciò che non vorresti fosse fatto a te.

  • In generale le filosofie orientali parlano di Karma, come legge di causa-effetto: ogni azione genera un effetto che si riflette su chi ha fatto l’azione.

  • La tradizione Buddhista ha profondo il concetto di interdipendenza. Il monaco Vietnamita Thich Nhat Hanh ci racconta con parole semplici che noi siamo una viva e vibrante manifestazione della Terra, quindi è importante riconoscere la Terra come nostra Madre.



Se leggiamo questi esempi collegandoli con ciò che esprime la teoria dei sistemi è interessante notare come dicano la stessa cosa: poichè siamo in un universo dove tutto è in relazione con tutto, qualunque cosa facciamo ad un altro, la stiamo facendo anche a noi stessi e la stiamo facendo al tutto.

Joanna Macy, esponente del movimento dell’Ecologia Profonda, afferma che un modo per riconnetterci con la realtà che il mondo è il nostro corpo esteso, è utilizzare la nostra capacità di amare. Quando apriamo il cuore, ampliamo la nostra capacità di amare e superiamo il blocco che ci fa identificare con la nostra identità per riconoscere l’unità con l’altro.

Questo avviene ogni volta che proviamo amore non importa se per una persona, per un animale o per la natura. Facendo tutto il possibile per il nostro amore ci riempiamo di gioia e nutrimento affettivo.

L’amore ha una realtà biologica infatti a livello organico produciamo ossitocina nella fase dell’innamoramento; la donna ne produce molta al momento del parto e durante l’allattamento, se l’uomo può tenere in braccio il neonato immediatamente dopo la nascita la produce anche lui. L’ossitocina favorisce lo strutturarsi dei legami dell’amore e grazie a questo ormone siamo uniti e ci prendiamo cura uno dell’altro.

E’ importante portare nel profondo di noi stessi la consapevolezza che siamo in quanto amiamo e apparteniamo.

Luisa Pigliapoco

Marzo 2020



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